Al Concordia una serata dedicata a Gino Vanzi

vanzi gino

12/08/2009

Di Marco Risso
 
IN RICORDO DI GINO VANZI
 
Quando Gino Vanzi giunse a Venaria durante la Seconda Guerra Mondiale, la Reggia si trovava in un stato di assoluto declino. Le strutture che non erano completamente abbandonate a sé stesse, erano utilizzate come caserma militare, a danno dell’ingente patrimonio artistico che la reggia custodiva. Vanzi nasce a Volterra nel 1921 e, richiamato alle armi, viene destinato al V Reggimento Artiglieria di Campagna di stanza proprio presso la Reggia. Terminato il conflitto decide di stabilirsi nella nostra città. Subito inizia a preoccuparsi delle problematiche sociali, specialmente di chi, come lui, ha abbandonato le proprie terre natie per cercare lavoro, in una città sconosciuta e, allora,  profondamente segnata dalle ferite del periodo bellico appena concluso. Prima parrucchiere, poi a lungo libraio, nel 1956 viene eletto consigliere comunale per il P.C.I., in seguito Assessore alle Finanze e infine Vice Sindaco. Incarichi che Vanzi ha sempre ricoperto con grande passione, onestà e forza di volontà, cercando di dare risposte concrete a quei cittadini che fin dall’inizio aveva sentito il bisogno di aiutare. Ma l’amore per la nostra città iniziava a portarlo al di là del sostegno che continuava a dare ai suoi concittadini. Venaria aveva tutte le carte in regola per essere una città alla ribalta, sotto le luci dei riflettori. Per primo inizia a parlare di una pista ciclabile che colleghi Lanzo ai parchi torinesi, approfittando delle zone limitrofe dei torrenti Stura e Ceronda, segno che Gino Vanzi aveva compreso che una città più vivibile e di cui essere orgogliosi era il primo grande aiuto da poter dare alla popolazione. Già a partire dal 1958 costituisce il Coordinamento Venariese Tutela Ambiente e Beni Culturali, insieme a Celestino Massari e a Gianfranco Falzoni. Molto presto questa associazione si evolve nell’attuale A.v.t.a., l’associazione amici della Reggia di Venaria. E’ proprio la Reggia, sostiene Vanzi, il trampolino di lancio per la città verso il resto del mondo. Si impegna dunque con tutto sé stesso per promuovere la struttura, si oppone con accanimento alle prime ipotesi di abbattimento e ne assume addirittura la custodia. E’ la cultura che permetterà a Venaria di cambiare radicalmente, di creare nuovi spazi e nuove prospettive. La visita di Walter Veltroni, allora vice-presidente del Consiglio e Ministro dei beni culturali, alle rovine di quello che in quel periodo comunemente si chiamava “Castello”, è una grossa emozione per Gino, un grosso passo avanti verso la meta: restituire la Reggia agli antichi fasti.
Gino Vanzi non ha fatto in tempo a vedere il suo sogno realizzarsi. A vedere i turisti passeggiare per la restaurata via Mensa per giungere a quella Reggia che lui così tanto ha amato e così tanto avrebbe voluto vedere come la vediamo noi ogni giorno. E’ scomparso nel febbraio del 2001, proprio all’interno del “Castello”. Da tutti viene ricordato come Padre Benemerito della Reggia e della Città di Venaria Reale.
A otto anni dalla sua scomparsa è stata organizzata giovedì 16 aprile 2009 presso il Teatro della Concordia una serata in sua memoria, a cui si riferiscono alcune immagini, a cura della Fondazione Via Maestra, con il patrocinio della Città di Venaria Reale e del Consorzio di Valorizzazione Culturale La Venaria Reale. Presenti amici e compagni di avventura, come Gianfranco Falzoni dell’A.v.t.a., l’ex consigliere comunale Arturo De Marco, il Sindaco Nicola Pollari, il Soprintendente per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Piemonte Francesco Pernice e il direttore del Consorzio La Venaria Reale Alberto Vanelli.
Gino Vanzi non ha mai abbandonato la Reggia e la Reggia non ha mai abbandonato lui, facendolo oggi vivere nelle sue sale, nella sua Galleria, nelle sue fontane, nei suoi giardini. E nel cuore di chi, insieme a lui, in Venaria ha sempre creduto.
 
“Se chiedessimo all’uomo della strada a chi dobbiamo questo stupendo risultato ci potremo sentire rispondere “a Veltroni”, in quanto Ministro dei Beni Culturali quando si decise il restauro…, “a Fassino” che ebbe il merito di portare Veltroni a Venaria…, “a Ghigo” all’epoca Presidente della Regione…, “a Catania”, sindaco di Venaria…, “a Vanelli” che ha gestito i lavori in tutti questi anni…, “alla Sovrintendenza ai Beni Culturali” e via via alle centinaia di tecnici, architetti, restauratori che vi hanno lavorato.
Difficilmente sentiremo il nome di Gino Vanzi, eppure questo nome dovrebbe essere il primo della lista.”
 
Lorenzo Bonino, Gino Vanzi e la Reggia di Venaria, scritto su Obiettivo ambiente, n. 35, Settembre 2008

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