Storia contadina e quotidianità alla mostra di Albino Suppo

27/05/2011

 
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Di Vittorio Billera

 
Quando le mani costruivano la storia
 
250 pezzi di una collezione privata che ne comprende 500, legno, ferro e alluminio per lo più, poco colore, quasi monocromia, soprattutto marrone nelle varie tinte, non c’era ancora la plastica e la vernice costava! Ma quella di quei tempi era comunque una vita più colorata, anche se più povera, più vissuta all’aperto. E poi i tessuti naturali, la lana, il cotone. Era questo l’ambiente ed i materiali di chi viveva a metà dell’ottocento e fino dopo la 2^ Guerra Mondiale, a Venaria e nelle Valli di Lanzo. Si usavano quotidianamente gli utensili e gli oggetti che Albino Suppo, venariese doc, conserva da tempo, avendoli avuti in dote dai suoi antenati, che ha esposto presso la scuola De Amicis in un’interessante mostra, visitata dalle scuole del 1° Circolo didattico. «Lo stupore e la curiosità dei bambini che hanno visitato la mostra mi ripaga del grande impegno», afferma Suppo. Una vera e propria ricerca delle radici e della cultura contadina da cui tutti proveniamo. Enorme soddisfazione da parte delle dirigente scolastica del 1° Circolo didattico, Dina Buonavita, che con immenso piacere ha accolto qualche mese fa la richiesta di Suppo, di allestire la mostra. «Una lezione di storia speciale, raccontata con amore e competenza. - dichiara la Buonavita – Prendiamo l’esempio dei giocattoli autocostruiti: un esercizio di ingegno e lavoro manuale che è anche divertimento». Per questa prima uscita pubblica la mostra era dedicata alla sola visione degli studenti, quasi un esperimento. È auspicabile che cotanto patrimonio della nostra recente storia possa in futuro essere visibile ai più, ci auguriamo che il signor Suppo trovi la forza e l’entusiasmo per riproporla nuovamente agli studenti ed agli altri cittadini.

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