Il bilancio dei 7 anni della Reggia di Venaria

bilancio_reggia2014

23/12/2014




Di Vittorio Billera


Il bilancio dei 7 anni della Reggia di Venaria


Venaria Reale - Era il 12 ottobre del 2007, i lavori erano ancora in fase di ultimazione. Piccolezze, s’intende. Gli scalpellini ultimavano il pavimento di piazza della Repubblica, che sino ad oggi ha raccolto il passaggio di oltre 5.600.000 turisti. Impensabile allora. Tutto questo non è dovuto al caso, ma ad una seria programmazione della più grande macchina culturale d’Italia.

La Reggia di Venaria, con i suoi bilanci sempre in positivo (il 70% è garantito dai biglietti d’ingresso e il contributo pubblico è solo del 30%), con 29 mostre organizzate nei propri spazi espositivi, 2.450 concerti, spettacoli ed iniziative culturali, 350 eventi circa dedicati all’enogastronomia e all’intrattenimento e, non dimentichiamo, più di 25mila itinerari didattici svolti da scuole di ogni ordine e grado, ha risposto più che positivamente a quell’intuizione che ebbe la politica di quel tempo, Veltroni, Ghigo e Fassino, che con il più grande cantiere europeo nell’ambito dei beni culturali, 200 Milioni di euro, dettero inizio a quella che divenne una svolta epocale per il territorio e per l’Italia intera.

Lunedì 22 dicembre, presso la Reggia di Venaria, in una conferenza stampa, i saluti del presidente del Consorzio La Venaria Reale, Fabrizio Del Noce
e del direttore Alberto Vanelli, che quest’anno concludono il loro mandato.

Ciò che risulta da una ricerca di “Musei Index, cultura e big data” è che la Reggia ha ottenuto l’ottimo gradimento dei turisti stranieri tra i luoghi culturali italiani. Prima tra tutti, seguita dal Museo Egizio, al terzo posto il Museo Guggenheim di Venezia, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, la Galleria degli Uffizi di Firenze, la Pinacoteca di Brera, a Milano e gli scavi archeologici di Ercolano. Un sistema gestionale che ha portato questo bene culturale ad essere gradito sia agli stranieri sia agli italiani, che offre ora, oltre alla sontuosità della Reggia e dei Giardini, anche il Parco La Mandria col suo castello, il Borgo Antico di Venaria. Un chiaro risultato di quanto sia importante investire in cultura, evidenziando la bellezza dei beni nazionali che diventano motori di sviluppo economico.

Ora, l’eredità che il CdA della Reggia di Venaria lascia ai successori è un esempio di efficienza gestionale che è già pronto per affrontare il 2015, anno dell’Expo di Milano, in cui la Reggia sarà nuovamente protagonista.
Tra le mostre “L’arte delle gioie. Una dinastia di orafi: Mario e Gianmaria Buccellati”, “Pregare. La ricerca del divino nelle religioni del mondo”, “Alle origini del Made in Italy: le meraviglie dell’Italia dal Medioevo al Rinascimento fino all’età del Barocco”, per chiudere con “Raffaello. Il Sole delle Arti”.

Abbiamo chiesto ad Alberto Vanelli se, a zero euro, rispettando la legge Madia, si rendesse disponibile per dare ancora una mano alla Reggia di Venaria, mettendo a disposizione la sua professionalità.
«Come diceva Richelieu – afferma Vanelli – le cariche pubbliche né si chiedono né si rifiutano. Non tocca a me proporle». Secondo noi questa vicenda non finisce qui.

Info
: www.lavenaria.it  

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